Complesso Silvestri-Rivaldi

Data ultimo aggiornamento: 16/11/21

Nel febbraio del 2018 la Direzione Generale Educazione e Ricerca, oggi Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della Cultura, ha stipulato un accordo per il recupero, la rifunzionalizzazione e la valorizzazione di “Palazzo Silvestri Rivaldi” con gli Istituti di Santa Maria in Aquiro (ISMA), ente proprietario del complesso, la Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma e l’Agenzia del Demanio .

Dopo aver preso in consegna il palazzo, la Direzione ha dato avvio ad una fase di studi e ricerche finalizzate alla conoscenza del sito, supportando ed offrendo azioni formative attive, attraverso il coordinamento di una serie di cantieri-scuola.  Esperienze che, grazie a convenzioni e accordi con Università e Istituti di Ricerca, hanno permesso di ampliare il livello di conoscenza del sito.

Dal dicembre 2018 al gennaio 2020 è stato, inoltre, attivo un Tavolo tecnico per il coordinamento di tutte le attività connesse alla redazione di studi, ricerche e progetti relativi al Palazzo; ne hanno fatto parte membri della DG-ERIC, della SSABAP di Roma e della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.

Contestualmente sono stati approntati interventi di messa in sicurezza per tetti e coperture del Palazzo e condotte visite per addetti ai lavori e non che hanno consentito un iniziale diffusione della conoscenza del complesso in attesa di una sua apertura al pubblico.

La Direzione ha anche presentato il progetto AD TEMPLVM PACIS: Progetto integrato di gestione, fruizione e valorizzazione di villa Silvestri-Rivaldi in via del Colosseo a Roma, attraverso l’avvio di cantieri-scuola replicabili in altri tre siti della Regione Lazio; vincitore del Bando di Ricerca e sviluppo di Tecnologie per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale della Regione Lazio.

2018-2021 Attività didattiche e di ricerca

Le attività svolte in Palazzo Silvestri Rivaldi, compresa l’assegnazione di diverse tesi di laurea incentrate sul complesso, hanno permesso di approfondire la relazione del sito con le preesistenze archeologiche di I secolo; analizzare la complessità delle fasi architettoniche, anche attraverso rilievi stratigrafici, indagini ed esplorazione di cunicoli e sotterranei; scoprire apparati decorativi precedentemente ignoti; condurre ricerche archivistiche; produrre video didattici.

Grazie al paziente lavoro di studenti e “addetti ai lavori” le sale del piano nobile ed in particolare la cosiddetta Sala delle Divinità, ambiente di rappresentanza collocato all’ingresso del palazzo, hanno rivelato apparati cinquecenteschi originari pressoché integri, in buone condizioni di conservazione e di grande importanza, oltreché inediti.

Il complesso Sivestri-Rivaldi in breve

Il complesso Silvestri-Rivaldi è situato a Roma tra le vie del Colosseo, del Tempio della Pace e dei Fori Imperiali, a pochi passi dall’anfiteatro Flavio. Si estende per 4500 mq circa coperti e 2500 mq circa tra giardini e corti esterne, adagiati sulla porzione oggi residua dell’antica “collina” Velia; il suo sbancamento, per realizzare via dei Fori Imperiali, allora via dell’Impero (1931-32), ha ridotto di oltre la metà lo spazio esterno della villa.

L’area venne acquistata nel 1542 dal prelato Eurialo Silvestri da Cingoli, cameriere privato di Papa Paolo III Farnese, quando era una semplice “domuncula” e trasformata, su progetto attribuito ad Antonio da Sangallo il Giovane, in una grande residenza.

Il palazzo, che sorge su preesistenze romane, fu abitato per circa un secolo da altri importanti religiosi e non; tra questi Alessandro Medici, Marzio Colonna, Lanfranco Margotti e Carlo Emanuele Pio. Nel 1660 passò al Conservatorio delle Mendicanti, fondato a Roma nel 1640 per impulso di carità privata da Monsignor Ascanio Rivaldi. Lo stesso che nel 1680 elargì una rilevante donazione anche per il Palazzo, come testimonia una targa in marmo posta nell’atrio d’ingresso del piano nobile.

A questi anni risalgono i vasti ampliamenti e la sopraelevazione dei corpi di fabbrica, destinati ad ospitare sino a 120 donne, impiegate nella lavorazione della lana, e la copertura, con anonime ridipinture a specchiature, degli affreschi rinascimentali, che mal si accordavano con la nuova funzione del complesso. Le decorazioni delle tre sale principali al piano nobile, coperte da ricchi cassettonati, sono attribuite alla bottega di Perin del Vaga e a Francesco Salviati.

I giardini, un tempo ricchi di fontane, giochi d’acqua, rampe e passaggi, collegavano il complesso, senza soluzione di continuità, con gli Horti Farnesiani, oggi dall’altro lato di via dei Fori Imperiali; i giardini sono attribuiti all’intervento di Jacopo del Duca e poi ampliati verosimilmente da Giovanni Vasanzio ad inizio ‘600 per il cardinal Margotti.

Le numerose vicende storiche e le diverse destinazioni d’uso consegnano oggi un edificio complesso, che raggiunge in alcuni corpi di fabbrica anche i cinque livelli; palinsesto di numerose stratigrafie e fasi storiche.

Due ampi cortili si aprono tra i diversi corpi di fabbrica; l’ultimo edificio, realizzato su progetto del 1909 su un unico livello, chiude il lato su via del Colosseo della corte minore.

Il complesso oggi

Dal 1975 il complesso è di proprietà degli Istituti di Santa Maria in Aquiro. A cavallo degli anni 1970-80 era conosciuto come il “Convento occupato”; importante esperienza collettiva e centro culturale in cui si svolsero concerti, mostre e numerose altre iniziative.

Dai primi anni 2000 ad oggi si sono effettuati vari interventi nel complesso: scavi archeologici; restauri che ne hanno garantito l’agibilità; saggi di restauro che hanno permesso di scoprire le decorazioni sottostanti agli intonaci di età conventuale.

Il 15 ottobre 2021 è stato firmato un accordo per la valorizzazione e la ristrutturazione del Palazzo tra Regione Lazio e Ministero della Cultura; il Ministero si è impegnato a restaurarlo in vista di una prima apertura al pubblico per il Giubileo del 2025 (comunicato MiC).

Approfondimenti

Il RESTAURO DELLA SALA DELLE DIVINITÀ